Owners of Incunabula

owners/00029076 Herodotus, Medicus

Chigi, famiglia

Owner Id00029076
Biographical dates - Period of existence1599-1923
Other InformationLa biblioteca Chigiana nacque dal prezioso patrimonio librario di diversi membri della famiglia senese Chigi: a partire dal cardinale Flavio (1631-1693) e da Fabio (1599-1667), divenuto papa con il nome di Alessandro VII. Quest’ultimo aveva raccolto codici appartenuti ai suoi predecessori Pio II (1405-1464) e III (1439-1503), al grammatico e filologo Celso Cittadini (1553-1627), e all’erudito Federico Ubaldini (1610-1657), e i libri di monsignor Gregorio Panzani (m. 1662), inviato di Urbano VIII (1568-1644) in Inghilterra negli anni 1634-1636. Sul finire del Seicento trovò collocazione la biblioteca all’ultimo piano del palazzo sito a Piazza Colonna che il principe Agostino Chigi (1634-1705) aveva acquistato nel 1659, a sua volta arricchendola. Le sue scaffalature dal notevole valore artistico si riempirono così di un ingente fondo di codici miniati, manoscritti, incunaboli, cinquecentine, seicentine e di migliaia di opere a stampa, in gran parte già di Fabio Chigi. La “libraria” fu aperta al pubblico nel 1670, dopo che erano state aggiunte alla dotazione la biblioteca lasciata nel 1650 dal dotto Constantino Caetani (1568-1650) all’Ospizio Gregoriano e quella dei duchi di Urbino (13.400 volumi), portata a Roma da Urbania (PU) da papa Alessandro VIII (1610-1691) nel 1666. A sintetizzare il tutto su richiesta del cardinale Flavio Chigi (1711-1771), omonimo discendente di quello secentesco, il celebre bibliografo orientalista l’arcivescovo Stefano Evodio Assemani (1707-1782) nel 1764 diede alle stampe a Roma un ‘Catalogo della Biblioteca Chigiana giusta i cognomi degli autori ed i titoli degli anonimi coll’ordine alfabetico’. Agli inizi del Novecento la Santa Sede fece pressioni sul principe Mario Chigi (1832-1914) per acquisire la biblioteca, temendo potesse andare dispersa. Il nobile, però, non intendeva cederla per meno della considerevole somma di un milione di lire. Il successore Ludovico Chigi (1866-1951) venderà nel 1916 l’intero Palazzo Chigi allo Stato italiano per quattro milioni, ma non gli arredi, i quadri e la “libraria” che furono poi comprati dallo Stato italiano nel 1918 per un milione e ottocentomila lire. Palazzo Chigi diventa sede del Ministero delle Colonie e nel 1922, con Benito Mussolini, del Ministero degli Esteri. Uno dei primi atti di Mussolini appena investito della carica di Presidente del Consiglio fu, nella seduta del Consiglio dei Ministri del 28-12-1922, la cessione gratuita della Chigiana alla Biblioteca Vaticana come omaggio al bibliofilo Pio XI (1857-1939) ossia Achille Ratti in precedenza prefetto della stessa Vaticana. Si ritiene che questo forte depauperamento nei confronti dell’Italia, sia un segno della politica di riavvicinamento al Clero che sette anni dopo avrebbe portato al Concordato. Come condizione della donazione il governo fascista si accontentò che il periodo della chiusura estiva della Vaticana fosse ridotto e fosse più elastico l’orario di apertura, che l’accesso agli archivi pontifici, permesso fino ad allora per i documenti fino al 1814, fosse possibile senza speciali autorizzazioni fino al 1846 e che per gli anni successivi si largheggiasse in permessi speciali. Il Fondo Chigiano costituisce oggi uno dei più ricchi e preziosi tesori della Biblioteca Vaticana. Notizie tratte da LUDOVICO PASTOR, ‘Le biblioteche private e specialmente quelle delle famiglie principesche di Roma’, in ‘Atti del Congresso internazionale di scienze storiche (Roma, 1-9 aprile 1903)’, III, Roma, Tipografia della Reale Accademia dei Lincei, 1906, p. 127; ENZO BOTTASSO, ‘Storia della biblioteca in Italia’, Milano, Editrice Bibliografica, 1984, pp. 77-78; PAOLO TRANIELLO, ‘Storia delle biblioteche in Italia. Dall’Unità a oggi’, Bologna, Il Mulino, 2002, p. 175; ‘La storia della Biblioteca Chigiana’: <http://presidenza.governo.it/USG/Chigiana/storia.html>.
[scheda a cura di Fabrizio Quaglia]

Activity

Start (year)1599
End (year)1923
MARC Area Codee-it
PlaceRoma (Geonames Id: 3169070)
CharacterisationAristocracy
Last Edit2020-06-17 11:22:39

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Chigi, famiglia

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Biographical dates - Period of existence1599-1923
Other InformationLa biblioteca Chigiana nacque dal prezioso patrimonio librario di diversi membri della famiglia senese Chigi: a partire dal cardinale Flavio (1631-1693) e da Fabio (1599-1667), divenuto papa con il nome di Alessandro VII. Quest’ultimo aveva raccolto codici appartenuti ai suoi predecessori Pio II (1405-1464) e III (1439-1503), al grammatico e filologo Celso Cittadini (1553-1627), e all’erudito Federico Ubaldini (1610-1657), e i libri di monsignor Gregorio Panzani (m. 1662), inviato di Urbano VIII (1568-1644) in Inghilterra negli anni 1634-1636. Sul finire del Seicento trovò collocazione la biblioteca all’ultimo piano del palazzo sito a Piazza Colonna che il principe Agostino Chigi (1634-1705) aveva acquistato nel 1659, a sua volta arricchendola. Le sue scaffalature dal notevole valore artistico si riempirono così di un ingente fondo di codici miniati, manoscritti, incunaboli, cinquecentine, seicentine e di migliaia di opere a stampa, in gran parte già di Fabio Chigi. La “libraria” fu aperta al pubblico nel 1670, dopo che erano state aggiunte alla dotazione la biblioteca lasciata nel 1650 dal dotto Constantino Caetani (1568-1650) all’Ospizio Gregoriano e quella dei duchi di Urbino (13.400 volumi), portata a Roma da Urbania (PU) da papa Alessandro VIII (1610-1691) nel 1666. A sintetizzare il tutto su richiesta del cardinale Flavio Chigi (1711-1771), omonimo discendente di quello secentesco, il celebre bibliografo orientalista l’arcivescovo Stefano Evodio Assemani (1707-1782) nel 1764 diede alle stampe a Roma un ‘Catalogo della Biblioteca Chigiana giusta i cognomi degli autori ed i titoli degli anonimi coll’ordine alfabetico’. Agli inizi del Novecento la Santa Sede fece pressioni sul principe Mario Chigi (1832-1914) per acquisire la biblioteca, temendo potesse andare dispersa. Il nobile, però, non intendeva cederla per meno della considerevole somma di un milione di lire. Il successore Ludovico Chigi (1866-1951) venderà nel 1916 l’intero Palazzo Chigi allo Stato italiano per quattro milioni, ma non gli arredi, i quadri e la “libraria” che furono poi comprati dallo Stato italiano nel 1918 per un milione e ottocentomila lire. Palazzo Chigi diventa sede del Ministero delle Colonie e nel 1922, con Benito Mussolini, del Ministero degli Esteri. Uno dei primi atti di Mussolini appena investito della carica di Presidente del Consiglio fu, nella seduta del Consiglio dei Ministri del 28-12-1922, la cessione gratuita della Chigiana alla Biblioteca Vaticana come omaggio al bibliofilo Pio XI (1857-1939) ossia Achille Ratti in precedenza prefetto della stessa Vaticana. Si ritiene che questo forte depauperamento nei confronti dell’Italia, sia un segno della politica di riavvicinamento al Clero che sette anni dopo avrebbe portato al Concordato. Come condizione della donazione il governo fascista si accontentò che il periodo della chiusura estiva della Vaticana fosse ridotto e fosse più elastico l’orario di apertura, che l’accesso agli archivi pontifici, permesso fino ad allora per i documenti fino al 1814, fosse possibile senza speciali autorizzazioni fino al 1846 e che per gli anni successivi si largheggiasse in permessi speciali. Il Fondo Chigiano costituisce oggi uno dei più ricchi e preziosi tesori della Biblioteca Vaticana. Notizie tratte da LUDOVICO PASTOR, ‘Le biblioteche private e specialmente quelle delle famiglie principesche di Roma’, in ‘Atti del Congresso internazionale di scienze storiche (Roma, 1-9 aprile 1903)’, III, Roma, Tipografia della Reale Accademia dei Lincei, 1906, p. 127; ENZO BOTTASSO, ‘Storia della biblioteca in Italia’, Milano, Editrice Bibliografica, 1984, pp. 77-78; PAOLO TRANIELLO, ‘Storia delle biblioteche in Italia. Dall’Unità a oggi’, Bologna, Il Mulino, 2002, p. 175; ‘La storia della Biblioteca Chigiana’: <http://presidenza.governo.it/USG/Chigiana/storia.html>.
[scheda a cura di Fabrizio Quaglia]

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End (year)1923
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