Owners of Incunabula

owners/00028222

Isacco di Arles

Possessore Id00028222
TipologiaPersona
GenereMaschile
Estremi biografici1503-1573
Altre informazioniFloruit. From Fabrizio Quaglia [Mar. 2020]: Il rabbino italiano Yiṣḥaq, originario di Arles in Francia, fu uno dei pochi ebrei non convertitisi al Cristianesimo a cui nel Cinquecento fosse affidato l’incarico di censurare testi ebraici. Isaiah Sonne nel suo saggio Expurgation of Hebrew Books - The Work of Jewish Scholars. A Contribution to the History of the Censorship of Hebrew Books in Italy in the 16th Century, “Bulletin of the New York Public Library”, XLVI, pp. 985–987, lo identificò come il fratello di Giacomo Geraldini, che si era invece convertito e che svolse il medesimo compito per ordine di papa Giulio III (1487-1555) alla metà del Cinquecento. È plausibile che Yiṣḥaq sia stato attivo nello stesso periodo. Sappiamo che che egli visse a Ferrara intorno al 1573 giacché un documento ufficiale della comunità ebraica di Ferrara stilato allora contiene un contratto tra le “nazioni” aškenazite e italiane firmato da Yiṣḥaq di Arles figlio di Dawid ‘Azri’el, a dimostrazione che egli deve aver tenuto una posizione rilevante in società; un’altra testimonianza cartacea della metà del XVI secolo ci dice che il padre del rabbino Yosef (nome originario di Geraldini) si chiamava Dawid, a conferma che Yiṣḥaq e Yosef erano fratelli. Non conosciamo gli estremi biografici di Yiṣḥaq: si ipotizza che dovesse avere all’incirca 70 anni in quel 1573. Svolse la funzione di censore di libri ebraici all’interno della sua comunità, perché i teologi cristiani contemporanei poco conoscevano l’ebraico e non erano così in grado di leggere e tanto meno capire e quindi censurare i testi sospetti, inoltre l’opzione che gli stessi proprietari dovessero “correggerli” dopo lunghe riflessioni alla fine era stata scartata poiché le autorità ecclesiastiche non si fidavano degli ebrei. Di conseguenza gli unici adatti restavano i neofiti, a parte per l’appunto Yiṣḥaq e pochissimi altri, peraltro questa eccezione fu accettata solo per un breve lasso di tempo finché non fu creato un consistente gruppo di convertiti istruiti ai principi della loro nuova fede in un apposito istituto, in seguito chiamato Collegio dei Neofiti (Collegium Ecclesiasticum Adolescentium Neophytorum). La sua nota מתוקן על ידי יצחק מארלי (“Emendato da Yiṣḥaq of Arles”) appare così su una trentina fra manoscritti e libri a stampa (nessuno di loro quattrocentesco), collocati in 14 biblioteche europee (alcune inglesi) più una statunitense (due libri sono a Cincinnati); in particolare quattro manoscritti si trovano alla Bodleian cioè il ms. Opp. Add. fol. 40, che riporta una copia del Sefer Miṣwot qaṭan (“Il piccolo libro delle Regole”, forse scritto a Modena nel 1518); il medievale ms. Opp. Add. Fol. 42, che riporta il Sefer he-‘aruk (“Il libro ordinato”) di Natan ben Yeḥi’el; e i miscellanei ms. Mich. Add. 59, della seconda degli anni Trenta del Cinquecento, e ms. Mich. 350, del 1446. Generalmente la sua iscrizione censoria appare all’inizio del testo contrariamente ai revisori cristiani che l’apponevano in coda, ma una differenza ben più significativa riguarda il metodo d’intervento. È stato infatti notato che mentre i censori cristiani cassavano singole parole o interi brani relativi alla dottrina cattolica classificabili come eretici, talvolta senza nemmeno interessarsi se potevano rimanere leggibili sotto gli spessi tratti di penna, Yiṣḥaq modificava i testi cancellando e sostituendo le parole dei brani che facevano invece parte della tradizionale polemica ebraica come l’idolatria di cui si accusavano i cristiani. Il problema di leggervi una qualche possibile eresia, diventato un soggetto di crescente importanza nella lotta contro la Riforma che poteva trovare nei libri degli ebrei spunti pericolosi, non gli interessava. Su tutto ciò cfr. GOTTFRIED REEG, Codex hebraicus 18 and Codex hebraicus 53 in the Hamburg State and University Library – ‘Corrected by Yiṣḥaq of Arles’, in Jewish Manuscript Cultures. New Perspectives, Edited by Irina Wandrey, Berlin; Boston, de Gruyter, 2017, pp. 364, 371-372, 374-379, 388, 396, 399-400, 406-407. Alla lista dei testi esaminati da Yiṣḥaq compilata da G. Reeg alle pp. 374-378 posso aggiungere, senza pretesa di completezza, i mss. Harley 5655 e 5708 alla British Library e quattro incunaboli schedati nel MEI: Oxford, Bodleian Library, Opp.Fol.1167 e Opp.add.fol.II.173, Parigi, Bibliothèque Nationale de France, Rés. Vélins 908, e Vienna, Österreichische Nationalbibliothek. From Fabrizio Quaglia [Oct. 2020] Anche un’edizione della ‘Torah’ stampata a Venezia da Daniel Bomberg negli anni 1546-1548 e conservata attualmente a Roma mostra la firma di ‘Yiṣḥaq mi-Arli’: sulla c. 1r del volume II corrispondente a Profeti anteriori (collocazione Cin. 147), e sulla c. 687r dei vol. III-IV cioè Profeti posteriori e Agiografi (Cin. 16), cfr. ‘Edizioni ebraiche del XVI secolo del Centro bibliografico dell’ebraismo italiano dell’Unione delle comunità ebraiche italiane’; [a cura di] Amedeo Spagnoletto, Roma, Litos, 2007, n. 49, pp. 85-89.
From Fabrizio Quaglia [Feb. 2022] Mise altresì la sua firma sul recto del primo folio del ‘Sefer Mitzvot Katan’ (‘Il piccolo libro dei Comandamenti’) del rabbino francese Yiṣḥaq b. Yosef di Corbeil (m. 1280), copiato in Italia intorno al 1450: è il Robbins Manuscript 307 oggi conservato alla Berkeley School of Law dell’Università della California (cfr. Jessie Sherwood, ‘Collection Catalogue’, ‘The Robbins Collection in Religious and Civil Law Digest’, I, 2017-2018, 1, p. 14). [Ringrazio la dott.ssa Sherwood per avermi inviato un’immagine di verifica della nota di Isacco]

Attività

Inizio (anno)1503
Fine (anno)1573
NotaFloruit
MARC Area Codee-it
LuogoFerrara (Geonames Id: 6299592)
Professione / Tipologia dell’enteCensore
StatusEcclesiastico
Ultima modifica2023-02-23 16:07:23

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Isacco di Arles

Possessore Id00028222
TipologiaPersona
GenereMaschile
Estremi biografici1503-1573
Altre informazioniFloruit. From Fabrizio Quaglia [Mar. 2020]: Il rabbino italiano Yiṣḥaq, originario di Arles in Francia, fu uno dei pochi ebrei non convertitisi al Cristianesimo a cui nel Cinquecento fosse affidato l’incarico di censurare testi ebraici. Isaiah Sonne nel suo saggio Expurgation of Hebrew Books - The Work of Jewish Scholars. A Contribution to the History of the Censorship of Hebrew Books in Italy in the 16th Century, “Bulletin of the New York Public Library”, XLVI, pp. 985–987, lo identificò come il fratello di Giacomo Geraldini, che si era invece convertito e che svolse il medesimo compito per ordine di papa Giulio III (1487-1555) alla metà del Cinquecento. È plausibile che Yiṣḥaq sia stato attivo nello stesso periodo. Sappiamo che che egli visse a Ferrara intorno al 1573 giacché un documento ufficiale della comunità ebraica di Ferrara stilato allora contiene un contratto tra le “nazioni” aškenazite e italiane firmato da Yiṣḥaq di Arles figlio di Dawid ‘Azri’el, a dimostrazione che egli deve aver tenuto una posizione rilevante in società; un’altra testimonianza cartacea della metà del XVI secolo ci dice che il padre del rabbino Yosef (nome originario di Geraldini) si chiamava Dawid, a conferma che Yiṣḥaq e Yosef erano fratelli. Non conosciamo gli estremi biografici di Yiṣḥaq: si ipotizza che dovesse avere all’incirca 70 anni in quel 1573. Svolse la funzione di censore di libri ebraici all’interno della sua comunità, perché i teologi cristiani contemporanei poco conoscevano l’ebraico e non erano così in grado di leggere e tanto meno capire e quindi censurare i testi sospetti, inoltre l’opzione che gli stessi proprietari dovessero “correggerli” dopo lunghe riflessioni alla fine era stata scartata poiché le autorità ecclesiastiche non si fidavano degli ebrei. Di conseguenza gli unici adatti restavano i neofiti, a parte per l’appunto Yiṣḥaq e pochissimi altri, peraltro questa eccezione fu accettata solo per un breve lasso di tempo finché non fu creato un consistente gruppo di convertiti istruiti ai principi della loro nuova fede in un apposito istituto, in seguito chiamato Collegio dei Neofiti (Collegium Ecclesiasticum Adolescentium Neophytorum). La sua nota מתוקן על ידי יצחק מארלי (“Emendato da Yiṣḥaq of Arles”) appare così su una trentina fra manoscritti e libri a stampa (nessuno di loro quattrocentesco), collocati in 14 biblioteche europee (alcune inglesi) più una statunitense (due libri sono a Cincinnati); in particolare quattro manoscritti si trovano alla Bodleian cioè il ms. Opp. Add. fol. 40, che riporta una copia del Sefer Miṣwot qaṭan (“Il piccolo libro delle Regole”, forse scritto a Modena nel 1518); il medievale ms. Opp. Add. Fol. 42, che riporta il Sefer he-‘aruk (“Il libro ordinato”) di Natan ben Yeḥi’el; e i miscellanei ms. Mich. Add. 59, della seconda degli anni Trenta del Cinquecento, e ms. Mich. 350, del 1446. Generalmente la sua iscrizione censoria appare all’inizio del testo contrariamente ai revisori cristiani che l’apponevano in coda, ma una differenza ben più significativa riguarda il metodo d’intervento. È stato infatti notato che mentre i censori cristiani cassavano singole parole o interi brani relativi alla dottrina cattolica classificabili come eretici, talvolta senza nemmeno interessarsi se potevano rimanere leggibili sotto gli spessi tratti di penna, Yiṣḥaq modificava i testi cancellando e sostituendo le parole dei brani che facevano invece parte della tradizionale polemica ebraica come l’idolatria di cui si accusavano i cristiani. Il problema di leggervi una qualche possibile eresia, diventato un soggetto di crescente importanza nella lotta contro la Riforma che poteva trovare nei libri degli ebrei spunti pericolosi, non gli interessava. Su tutto ciò cfr. GOTTFRIED REEG, Codex hebraicus 18 and Codex hebraicus 53 in the Hamburg State and University Library – ‘Corrected by Yiṣḥaq of Arles’, in Jewish Manuscript Cultures. New Perspectives, Edited by Irina Wandrey, Berlin; Boston, de Gruyter, 2017, pp. 364, 371-372, 374-379, 388, 396, 399-400, 406-407. Alla lista dei testi esaminati da Yiṣḥaq compilata da G. Reeg alle pp. 374-378 posso aggiungere, senza pretesa di completezza, i mss. Harley 5655 e 5708 alla British Library e quattro incunaboli schedati nel MEI: Oxford, Bodleian Library, Opp.Fol.1167 e Opp.add.fol.II.173, Parigi, Bibliothèque Nationale de France, Rés. Vélins 908, e Vienna, Österreichische Nationalbibliothek. From Fabrizio Quaglia [Oct. 2020] Anche un’edizione della ‘Torah’ stampata a Venezia da Daniel Bomberg negli anni 1546-1548 e conservata attualmente a Roma mostra la firma di ‘Yiṣḥaq mi-Arli’: sulla c. 1r del volume II corrispondente a Profeti anteriori (collocazione Cin. 147), e sulla c. 687r dei vol. III-IV cioè Profeti posteriori e Agiografi (Cin. 16), cfr. ‘Edizioni ebraiche del XVI secolo del Centro bibliografico dell’ebraismo italiano dell’Unione delle comunità ebraiche italiane’; [a cura di] Amedeo Spagnoletto, Roma, Litos, 2007, n. 49, pp. 85-89.
From Fabrizio Quaglia [Feb. 2022] Mise altresì la sua firma sul recto del primo folio del ‘Sefer Mitzvot Katan’ (‘Il piccolo libro dei Comandamenti’) del rabbino francese Yiṣḥaq b. Yosef di Corbeil (m. 1280), copiato in Italia intorno al 1450: è il Robbins Manuscript 307 oggi conservato alla Berkeley School of Law dell’Università della California (cfr. Jessie Sherwood, ‘Collection Catalogue’, ‘The Robbins Collection in Religious and Civil Law Digest’, I, 2017-2018, 1, p. 14). [Ringrazio la dott.ssa Sherwood per avermi inviato un’immagine di verifica della nota di Isacco]

Attività

Inizio (anno)1503
Fine (anno)1573
NotaFloruit
MARC Area Codee-it
LuogoFerrara (Geonames Id: 6299592)
Professione / Tipologia dell’enteCensore
StatusEcclesiastico
Ultima modifica2023-02-23 16:07:23
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