Viṭerbo, Ašer
Besitzer Id00023684
EntitätstypPerson
GeschlechtMännlich
Biographische Angaben1748-1800
weitere InformationFloruit.
Figlio di Šimšon Viṭerbo di Pesaro, Ašer fu un importante membro della congrega ebraica pesarese, rabbino (ma mai rabbino capo, cfr. ASHER SALAH, ‘Le République des Lettres. Rabbins, écrivains et médecins juifs en Italie au XVIIIe siècle’, Leiden, Brill, 2007, pp. 658, 780) e poeta. Fu autore di edite poesie matrimoniali con indovinelli, come prevedeva la voga del tempo: 1) ‘Minḥah ḥadašah’ (‘Dono nuovo’, Venezia, 1748), per le nozze di suo fratello Dawid Šabbetay con Rachele figlia di Binyamin Zalman (un esemplare, disponibile anche in digitale, è a Gerusalemme nella Biblioteca Nazionale di Israele: collocazione V 1323=4=R); cfr. DAN PAGIS, ‘Baroque Trends in Italian Hebrew Poetry as Reflected in an Unknown Genre, in ‘Italia Judaica. II. Gli ebrei in Italia tra Rinascimento ed età barocca. Atti del II Convegno internazionale Genova 10-15 giugno 1984’, Roma, s. n., 1986, pp. 267, 274; ID., ‘l sod ḥatum. Le-toledot ha-ḥiddah ha-ivrit be-Iṭaliah we-be-Holland’ (‘A proposito di un segreto sigillato. La storia dell’enigma ebraico in Italia e nei Paesi Bassi’) [in ebr.], Yerušalayim, Magnes, [746] 1986, pp. 77, 145, 157, dove affronta la soluzione degli indovinelli crittografici presenti nel volumetto. 2) Un sonetto ebraico caudato con enigma per il matrimonio di Pinḥas b. Avraham ha-Kohen (Felice Salomon Vita Coen) e Giudiqqa Kohen (Giuditta Coen) di Ancona (cfr. Kestenbaum,‘Auction 17’, New York, Kestenbaum & Company, 2002, lotto 136; Id., ‘Auction 24’, New York, Kestenbaum & Company, 2004, lotto 78; ‘Gardens and Ghettos. The Art of Jewish Life in Italy’; edited by Vivian B. Mann, Berkeley, University of California Press, 1989, n. 161a, p. 281), senza data ma 1756 (contratto dotale in VIVIANA BONAZZOLI, ‘Sulla struttura familiare delle aziende ebraiche nella Ancona del ‘700’, pp. 149, 153, in ‘La presenza ebraica nelle Marche. Secoli XIII-XX’, a cura di Sergio Anselmi e Viviana Bonazzoli, Ancona, Proposte e ricerche, 1993). Scrisse versi celebrativi per la circoncisione dell’innominato figlio dell’ignoto rabbino Refa’el Šimšon ha-Lewi ed è stato a sua volta destinatario di una poesia di tale Dawid Šabbetay da Recanati (Mc), cfr. CARLO BERNHEIMER, ‘Catalogue des manuscrits et livres rares hébraïques de la Bibliothèque du Talmud Torà de Livourne, col. 61-62, COD. 118 TT, nn. 4 e 18 (s. d.). R.Š. Ha-Lewi era di Pesaro ed ebbe tre figli circoncisi ad Ancona nel 1784, nel 1787 e nel 1789, cfr. ISRAELE ZOLLER, ‘Per la storia delle famiglie ebraiche in Ancona nella seconda metà del Settecento’, ‘La Rassegna Mensile di Israel’, VI, 1931-1932, 11-12, pp. 543-544, forse la poesia fu per uno di loro. Purtroppo il ms. 118 del ‘Talmud Torah’ (la scuola ebraica) di Livorno è scomparso da decenni, cfr. MAURO PERANI, ‘I manoscritti della Biblioteca del Talmud Torah di Livorno’, Livorno, Debatte, 1997, p. 16. Citato in un atto notarile redatto a Pesaro il 20-12-1753 nel quale egli sistemò una piccola questione di crediti e debiti del padre Sansone con la domestica, cfr. V. BONAZZOLI, ‘L’economia del ghetto’, in ‘Studi sulla comunità ebraica di Pesaro; a cura di Riccardo Paolo Uguccioni’, Montelabbate (PU), Fondazione Scavolini, 2003, p. 22 (per Ašer diventato in italiano Anselmo cfr. VITTORE COLORNI, ‘La corrispondenza fra nomi ebraici e nomi locali nella prassi dell’ebraismo italiano’, in ID., ‘Judaica minora. Saggi sulla storia dell’ebraismo italiano dall’antichità all’età moderna’, Milano, Giuffrè, 1983, pp. 706-707). Un figlio si chiamava Sansone Ruben, nacque nel 1761 e fu circonciso ad Ancona; primo padrino fu l’ancora vivente padre Sansone, cfr. I. ZOLLER, pp. 534-535. Anselmo fu ‘deputato’ della comunità di Pesaro già nel 1760, cfr. WERTHER ANGELINI, ‘Momenti dell’attività e dell’incidenza ebraica tra Cinquecento e Settecento nelle piazze di Ancona, Senigallia e Pesaro, in Cultura e società nel Settecento. 2. La vita economica nelle Marche’, Urbino, Arti grafiche editoriali, 1988, pp. 43-44. E uno dei due artefici che codificarono e fecero stampare il 5-1-1770 una ‘Prammatica da osservarsi da ciascuno della università degli ebrei di Pesaro istituita dai due regolatori’, diretta principalmente contro il lusso eccessivo del ghetto (22 capitoli validi per dieci anni), cfr. RENATA SEGRE, ‘Gli ebrei a Pesaro sotto la Legazione apostolica, in ‘Pesaro dalla devoluzione all’illuminismo’, IV, Venezia, Marsilio, 20092, pp. 174, 184; MARIA LUISA MOSCATI BENIGNI, ‘Marche. Itinerari ebraici. I luoghi, la storia, l’arte’, Venezia, Marsilio, 19962, p. 125; V. BONAZZOLI, ‘L’economia del ghetto’, pp. 59, 61. Tenne anche rapporti con altre comunità: Viterbo fu il secondo di tre firmatari in una lettera che aveva lo scopo d raccogliere denaro per Mantova, dopo che la sinagoga era stata danneggiata da un terremoto, cfr. DAVID MALKIEL, ‘The Rimini Papers: A Resurrection Controversy in Eighteenth-Century Italy’, ‘Journal of Jewish Thought and Philosophy’, XI, 2002, 2, p. 89, nota 1. Corrispondenza nel 1773 con Dani’el b. Mošeh Dawid Ṭerni, rabbino di Firenze, sulla resurrezione dei morti e la metempsicosi (che per Viterbo è dottrina occulta superflua); e nel 1799 con il rabbino marchigiano Mattatyah Nissim Ṭerni (n. 1745) contenuta nel libro di responsi di quest’ultimo, il ‘Midbar matanah’ (‘Regalo dal deserto’; Firenze 1810), cfr. D. MALKIEL, pp. 89-96, 104, 114. Ventuno lettere di A. Viterbo, anni 1780-1800, indirizzate all’insigne ebraista Giovanni Bernardo De Rossi (1742-1831) sono a Parma, Biblioteca Palatina, cfr. GIUSEPPE GABRIELI, ‘Manoscritti e carte orientali nelle biblioteche e archivi d’Italia’, Firenze, LS. Olschki, 1930, p. 87. Il ms. 1716 della Palatina, un membranaceo libro dei Salmi quattrocentesco, fu un suo dono a De Rossi come mostra la nota in calce alla c. 192v (cfr. ‘Hebrew manuscripts in the Biblioteca Palatina in Parma. Catalogue’; edited by Benjamin Richler; palaeographical and codicological descriptions, Malachi Beit-Arié, Jerusalem, Hebrew University of Jerusalem, Jewish National and University Library, 2001, n. 397, p. 80, e <https://web.nli.org.il/sites/nli/english/digitallibrary/pages/viewer.aspx?&presentorid=MANUSCRIPTS&docid=PNX_MANUSCRIPTS990000755040205171-1#|FL9245972>). Con Daniel Terni firmò come testimone due artistici contratti matrimoniali pesaresi: 1) nel 1789 (Beth Tzedec Congregation, Reuben & Helene Dennis Museum Toronto, CR 7); 2) nel 1790 (Amsterdam, collezione Mozes Heiman Gans, Film 5174/12). La sua firma (nome e cognome fra due segni di uguaglianza) compare oltre che sul ms. Parmense 1716 e sul vaticano Stamp.Ross.536 (Immanuel Romano, ‘Sefer ha-Mahbarot’; Brescia 1491) sui frontespizi: 1) dell’incunabolo piacentino (poi di G.B. De Rossi) registrato nel MEI, <https://data.cerl.org/mei/02124954>; 2) di un esemplare del giuridico ‘Kol Bo’ (‘Tutto dentro’; Venezia 1547), cfr. Kedem, ‘Online Auction no. 15’, Jerusalem, s. n., 2018, lotto 82; 3) del filosofico ‘To‘aliyyot ha-Ralbag’ (‘Utilità di R. L. b. G.’), di Lewi b. Geršom (Riva di Trento 1560), alla Biblioteca Comunale di Trento; collocazione T 0 g 18 (digitalizzato in <https://bdt.bibcom.trento.it/Testi-a-stampa/19#page/n137>); 4) di un ‘Sefer Yeša Yah’ (‘La salvezza di Yah[weh]’) del secentesco rabbino Isaia Nizza (Venezia 1637), cfr. MARVIN J. HELLER, ‘The Seventeenth Century Hebrew Book’, I, Leiden, Brill, 2011, p. 544. Cinque manoscritti che mostrano la sua firma hanno pure quella di Yehudah Efrayim Viṭerbo; li ho elencati nella scheda a dedicata Y.E. Viṭerbo. Aggiungo qui altri otto che furono proprietà di Ašer e non anche del suo probabile congiunto: 1) una raccolta grammaticale quattrocentesca (Londra, British Library, Or. 10191); 2) un ‘Maḥazor’ (breviario di preghiere) del rito italiano per gli ‘Yamim noraim’ (‘I giorni terribili’), copiato a Camerino (Mc) nel 1484 (Amburgo, Biblioteca statale e universitaria, Ms. Levy 28; 3) una miscellanea cinquecentesca di testi diversi di ebrei italiani (Budapest, Accademia Ungherese delle Scienze, ms. Kaufmann A 504); 4) un’altra miscellanea cinquecentesca italiana (Oxford, Bodleian Libraries, Ms. Mich. 391); 5) responsi rabbinici coevi di Mošeh b. Yiṣḥaq Leoni di Urbino (1566-1641) a Gerusalemme, Biblioteca Nazionale di Israele, Ms. Heb. 8°3932; 6) sermoni coevi di Yitsḥaḳ Berekhyah Fano (1582-1651), a Budapest, Biblioteca del Seminario teologico ebraico presso l’Università di Studi ebraici, Ms. K 50); 7) un rimario ebraico del 1642 (New York, Jewish Theological Seminary, Ms. 10576); 8) il Ms. X 893 Z 1 (New York, Columbia University Library) che contiene lo ‘Yesod ‘olam’ (‘Il fondamento del mondo’) di Mošeh b. Mordekay Zekut (ca. 1625-1697), il più antico poema drammatico ebraico, copiato appositamente per lui nel 1750. Quasi tutti i mss. e gli accordi dotali citati sono visibili sul portale Ktiv <https://web.nli.org.il/sites/nlis/en/manuscript>. Segnalo infine l’adesione di Anselmo Viterbo al finanziamento per pubblicare a Venezia nel 1765 il terzo dei 13 volumi delle ‘Dissertazioni e lezioni di sacra scrittura’ del gesuita Alfonso Niccolai (1706-1784) (il suo nome è stampato a p. xii).
[scheda a cura di Fabrizio Quaglia]
Andere NamensformenAnselmo Viterbo
Asher Viterbo
Weitere Identifierאשר ויטירבו
Aktivität
Beginn (Jahr)1748
Ende (Jahr)1800
MARC Area Codee-it
Beruf / Art der InstitutionGelehrter/Wissenschaftler
CharakterisierungReligiös
Letzte Änderung2020-09-08 11:33:05