Owners of Incunabula

owners/00023187 00023187

Siena, Biblioteca Comunale degli Intronati

Owner Id00023187
TypeCorporate body
Biographical dates - Period of existence1758 -
otherInformationIl nucleo costitutivo originario del fondo antico si deve al lascito di circa 3.000 opere della biblioteca privata di Sallustio Bandini che, alla fine del 1758, di fatto consentì l’istituzione della biblioteca dell’università di Siena, divenuta poi comunale in epoca napoleonica. Il patrimonio si è arricchito costantemente grazie alle acquisizioni effettuate dai bibliotecari che si sono avvicendati, in primis Giuseppe Ciaccheri il quale destinò alla pubblica utilità, oltre che la sua infaticabile attività di raccoglitore, anche la propria raccolta personale.
L’incremento dei beni librari seguì poi le vie canoniche: lasciti di famiglie facoltose o donazioni di singoli eruditi a cui si aggiungono gli effetti delle tre consecutive soppressioni verificatesi in Toscana, dalla Leopoldina alla Post-unitaria. In particolare a Siena e provincia alla fine del Settecento i provvedimenti legislativi di Pietro Leopoldo colpirono, a beneficio del patrimonio della BCI, il convento di San Domenico e lo Spedale di Santa Maria della Scala.
Seguirono tra il 1808 e il 1810 le soppressioni del governo napoleonico che interessarono 74 conventi nella provincia di Siena (di cui 24 entro le mura cittadine); l’allora bibliotecario Luigi De Angelis, oltre ad aver gestito spostamenti cospicui di volumi – ad esempio dai conventi di San Bernardino all’Osservanza o di Sant’Agostino – riuscì anche ad acquistare sulla pubblica piazza molto di ciò che, non valutato come materiale meritevole di essere conservato nei capoluoghi di prefettura, era stato venduto come mobilia. Nel panorama delle biblioteche toscane di ente locale, il patrimonio antico a stampa della BCI è sicuramente il più considerevole: gli oltre 1.000 incunaboli e le quasi 10.000 cinquecentine lasciano da soli intuire la vastità della documentazione anche dei secoli posteriori.

Un cenno speciale merita il fondo delle opere stampate nel XV secolo che comprende circa 1.000 edizioni; esso risulta prevalentemente costituito da testi di argomento religioso-teologico, filosofico, giuridico, oltre che da un numero notevole di opere di letteratura classica e di ambito scientifico. La provenienza del materiale è attribuibile in larga parte a biblioteche di enti monastici secolarizzati, come i conventi di Sant’Agostino e di San Domenico, i monasteri di Sant’Eugenio e di San Benedetto in Siena; un nucleo molto consistente giunse invece dalla biblioteca dell’abbazia di Monteoliveto Maggiore in Asciano.

activity

startYear1758
areaCodee-it
placeSiena (Geonames Id: 3166548)
professionlib
characterisationnoc
Last Edit2018-05-01 17:05:55

All Copies

Siena, Biblioteca Comunale degli Intronati

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typecor
biographicalInformation1758 -
otherInformationIl nucleo costitutivo originario del fondo antico si deve al lascito di circa 3.000 opere della biblioteca privata di Sallustio Bandini che, alla fine del 1758, di fatto consentì l’istituzione della biblioteca dell’università di Siena, divenuta poi comunale in epoca napoleonica. Il patrimonio si è arricchito costantemente grazie alle acquisizioni effettuate dai bibliotecari che si sono avvicendati, in primis Giuseppe Ciaccheri il quale destinò alla pubblica utilità, oltre che la sua infaticabile attività di raccoglitore, anche la propria raccolta personale.
L’incremento dei beni librari seguì poi le vie canoniche: lasciti di famiglie facoltose o donazioni di singoli eruditi a cui si aggiungono gli effetti delle tre consecutive soppressioni verificatesi in Toscana, dalla Leopoldina alla Post-unitaria. In particolare a Siena e provincia alla fine del Settecento i provvedimenti legislativi di Pietro Leopoldo colpirono, a beneficio del patrimonio della BCI, il convento di San Domenico e lo Spedale di Santa Maria della Scala.
Seguirono tra il 1808 e il 1810 le soppressioni del governo napoleonico che interessarono 74 conventi nella provincia di Siena (di cui 24 entro le mura cittadine); l’allora bibliotecario Luigi De Angelis, oltre ad aver gestito spostamenti cospicui di volumi – ad esempio dai conventi di San Bernardino all’Osservanza o di Sant’Agostino – riuscì anche ad acquistare sulla pubblica piazza molto di ciò che, non valutato come materiale meritevole di essere conservato nei capoluoghi di prefettura, era stato venduto come mobilia. Nel panorama delle biblioteche toscane di ente locale, il patrimonio antico a stampa della BCI è sicuramente il più considerevole: gli oltre 1.000 incunaboli e le quasi 10.000 cinquecentine lasciano da soli intuire la vastità della documentazione anche dei secoli posteriori.

Un cenno speciale merita il fondo delle opere stampate nel XV secolo che comprende circa 1.000 edizioni; esso risulta prevalentemente costituito da testi di argomento religioso-teologico, filosofico, giuridico, oltre che da un numero notevole di opere di letteratura classica e di ambito scientifico. La provenienza del materiale è attribuibile in larga parte a biblioteche di enti monastici secolarizzati, come i conventi di Sant’Agostino e di San Domenico, i monasteri di Sant’Eugenio e di San Benedetto in Siena; un nucleo molto consistente giunse invece dalla biblioteca dell’abbazia di Monteoliveto Maggiore in Asciano.

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startYear1758
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Last Edit2018-05-01 17:05:55
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