Owners of Incunabula

owners/00023153 Medow, Ostvorpommern

Abendana, David

Owner Id00023153
TypePerson
GenderMale
Biographical dates - Period of existence1636-1672
Other InformationFloruit. From Fabrizio Quaglia [May 2021] Nella diaspora sefardita che nel Cinque e nel Seicento attraversa l’Europa Centrale incontriamo diversi David Abendana. Un David Abendana visse ad Amsterdam nel periodo in cui possiamo situare la firma sulla Bibbia ebraica della John Rylands University Library (Brescia 1488), vale a dire colui che fu omaggiato alla c. [I]r della ‘Parte Primera’ del ‘De la Fragilidad humana’ dell’insigne connazionale Menasseh ben Israel (1604-1657), stampata nella capitale olandese nel 1642; vi si legge che fu deputato, insieme ai sei ricordati nella dedica, della locale nazione sefardita. Inoltre un David Bendana (variante di Abendana), italiano, fu sepolto a Padova nel 1703, cfr. DAVID MALKIEL, ‘Stones Speak - Hebrew Tombstones from Padua, 1529-1862’, Leiden, Brill, 2013, pp. 86-87, 103, 170 (illustrazione della sua lapide), 171, 213-214, 336. A Livorno troviamo un altro David Abendana, dedito alla mercatura negli anni Quaranta e forse figlio di un Abram (CRISTINA GALASSO, ‘Alle origini di una comunità. Ebree ed ebrei a Livorno nel Seicento’, Firenze, L.S. Olschki, 2002, pp. 59-63). Il contesto, ossia l’epoca a cui si può far risalire la calligrafia e la comparsa sul foglio di una nota, sebbene successiva, che ha un riferimento alla città di Reggio Emilia, fa però propendere, pur senza alcuna certezza assoluta, per un ennesimo omonimo lì vissuto per almeno un ventennio. Questo David Abendana (il cui cognome era talvolta scritto anche Avendana, Abedanana e Bendana) era un ricco commerciante, soprattutto in seta, giunto a Reggio nel mese di ‘Ṭevet’ dell’anno ebraico 5414 (quindi tra dicembre 1653 e gennaio 1654). Egli fu uno dei mercanti ebrei che accettarono l’invito decretato due anni prima da Francesco I d’Este (1610-1658) a stabilirvisi per risollevare l’economia del ducato in cambio di diverse agevolazioni. Dall’intrico di complicate e talvolta contrastanti genealogie si può dedurre che proveniva da Venezia e che era figlio del grosso mercante Yosef, rampollo di Iacob (m. 1600, cfr. ALDO LUZZATTO, ‘La comunità ebraica di Venezia e il suo antico cimitero’, I, Milano, Il polifilo, 2000, p. 273 nota 8; e ISABELLA PALUMBO FOSSATI, ‘Aspetti della società veneziana alla fine del Cinquecento attraverso gli atti del notaio Giovanni Andrea Catti, in Alberto Tenenti, ‘Scritti in memoria’; a cura di Pierroberto Scaramella, Napoli, Bibliopolis, 2005, p. 459 nota 25) ed Ester Abendana (anche Abendanan; 1552-1622; e A. LUZZATTO, p. 274), scappato dalla città lagunare nel 1637, dove si trovava dalla fine del Cinquecento, per debiti causati da insolvenze verso i banchieri portoghesi di Madrid da cui, tramite Alicante, importava lana (già si era occupato di far giungere cuoi dai Balcani, dove fu nel 1598); morì a a Firenze intorno al 1641. La madre di David si chiamava Sara Mendes (m. ca. 1600); Yosef si era risposato in seguito con Bianca Mocato (o Cabib, in tal caso sarebbe stata figlia dell’uomo d’affari Samuel Cabib, m. ca. 1636 a Venezia, ‘alias’ Simon Lopes Torre) da cui ebbe Samuel. A Venezia David Abendana aveva commerciato con il genitore e lì rimase per occuparsi degli affari paterni insieme al citato Samuel ossia Simon Mendes (David aveva anche un fratello maggiore di nome Iacob). Quando si spostò a Reggio mantenne rapporti con il resto della famiglia o almeno con la cognata come mostra il testamento dell’8-12-1665 di ‘Gratia’ figlia di Samuel di Manuel Mocato, cognato di Yosef Abendana, mercante all’occorrenza pure in diamanti (cfr. VIVIANA BONAZZOLI, ‘Adriatico e Mediterraneo orientale. Una dinastia mercantile ebraica del secondo ‘600: i Costantini’, Trieste, LINT, 1998, p. 58, e PIERO PAZZI, ‘L’oro di Venezia. Oreficerie, argenti e gioielli di Venezia e delle città venete da collezioni private, Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana, 29 giugno - 6 ottobre 1996’, Venezia, P. Pazzi, 1996, p. 68). Grazia era la vedova di Samuel di ‘Giosef’ Abendana, per l’appunto il suo terzo fratello, David era uno dei tre esecutori testamentari che dovevano occuparsi, finché non avessero compiuto i trent’anni, degli interessi dei figli di Grazia, ancora piccoli, grazie alla vendita dei beni di lei (Bianca Abendana avrebbe avuto parte della mobilia), cfr. CARLA A. BOCCATO, ‘Aspetti della condizione femminile nel Ghetto di Venezia (secolo XVIII): i testamenti’, ‘Iṭaliah’, X, 1993, pp. 118, 124. David era di origine portoghese, e come il padre e tanti altri ebrei sefarditi era stato costretto, in quanto sospetto marrano e quindi punibile di arresto ed espulsione, ad assumere identità d’apparenza cristiana, così sappiamo che al di fuori della capitale veneta si faceva chiamare Dionisio Mendes (il padre Luis Mendes assumeva l’eteronimo di Albano Rosa e forse di Iacob di Cuellar, mentre Samuel Mocato diventava Valerio Cipriani). Non molto dopo il 1636 David di Yosef Abendana convolò a nozze con Bianca figlia di David di Iacob Moreno ossia Luis Manriques de Pas (si è conservato il foglio del contratto dotale del 12 marzo di quell’anno). A Reggio proseguì la sua attività commerciale: nel 1659, in società con il rabbino Abram Cordiglia (Cordilla e anche Abraham Cordilha e Abraam Gordilla), originario di Salonicco ma pervenuto a Reggio nello stesso periodo di David, tentò, s’ignora con quale esito, d’importare pelli per lavorarle e poi esportarle come cuoi; nel 1651 ancora a Venezia David aveva cercato d’introdurre zucchero dal Brasile. Grazie a un registro di deliberazioni della Nazione ebraica portoghese, conservato nel locale Archivio di Stato, ‘O Livro das Hordems da Nação Portuguesa de Reggio Emilia’ redatto dal 1652 al 1672, conosciamo gli incarichi che vi ricoprì, comprendenti sia dinamiche interne (nomine e ripartizione delle tasse) sia rapporti con altre comunità. In particolare apprendiamo che ai primi del 1656 fu tra i firmatari della convenzione valida per due anni fra gli ebrei di Reggio e quelli, meno numerosi, di Modena affinché si unissero e sostenessero le spese per conservare i Privilegi accordati dal duca, e a marzo fu scelto fra i tre incaricati di costituire una confraternita che accudisse gli ammalati e seppellisse i morti; a settembre fu eletto per la prima di sei (le successive furono nel settembre del 1659, del 1665, del 1666, del 1670 e nell’agosto 1671) presidente (di tre) della Nazione degli ebrei portoghesi di Reggio (la carica era annuale). Nell’ottobre 1658 David Avendana dovette (coadiuvato da altri due membri) redigere il regolamento della confraternita del Talmud Torà, una scuola dove si studiava la Bibbia. Nel dicembre 1660 fu nominato tra coloro che dovevano recarsi a Modena per rinnovare le convenzioni con quella comunità. Nell’aprile 1667 egli insieme agli altri due ex presidenti propose di aderire agli accordi sulle tasse da pagare con gli ebrei italiani di Reggio; accettò di pagare 40 lire agli italiani all’anno. Nel novembre 1667 fu tra coloro che scelsero al posto del rabbino Jacob Abeatar (Abeattar) che svolgeva la funzione di ‘ḥazan’ (‘cantore’ di sinagoga) – arrivato nel marzo 1656 era intanto partito per Verona – il suo possibile congiunto Selomo (Selomoh) Abeatar (Abeattar) con uno stipendio annuale di 30 scudi (Selomo era residente dal novembre 1654). Risale al settembre 1672 l’ultima volta in cui apparve nel ‘Livro das Hordems’. Ulteriori tracce della permanenza reggiana di D. Abendana sono nell’Archivio segreto estense depositato nell’Archivio di Stato di Modena, <https://www.asmo.beniculturali.it/fileadmin/risorse/strumenti_di_corredo/ASE_Cancelleria_archivio_materie_ebrei.pdf>, in cui sono riposti quattro fascicoli intitolati a David(e) (di Joseph) Abendana (Avendana) fra Memoriali, Capitoli, Privilegi e Concessioni coevi agli anni qui discussi. La presenza nel manoscritto portoghese di uno Josef Abendana (Josep Bendana, Joseph Avendana, Jose Avendana), partecipante alle assemblee a partire dal settembre 1658, potrebbe far pensare che si tratti di un discendente diretto di David, secondo l’uso di imporre al figlio il nome del nonno scomparso; dal settembre 1670 talvolta vi leggiamo parimenti i nomi di Selomo Haj e Semuel Abendana. Dove non altrimenti indicato le notizie riportate sono state reperite in ARON DI LEONE LEONI, ‘La nazione ebraica spagnola e portoghese negli stati estensi per servire a una storia dell’ebraismo sefardita’, Rimini, Luisè, 1992, pp. 11, 45, 51, 180, 191, 245-246, 249-250, 253, 270-287, 302-321, 324-329, 332-333, 338-341, 380-405 (alle 253-407 sono pubblicate con traduzione italiana a fronte le 71 pagine del ‘Livro’); e FEDERICA RUSPIO, ‘La nazione portoghese. Ebrei ponentini e nuovi cristiani a Venezia’, Torino, S. Zamorani, 2007, pp. 126-130, 162-163, 181-183, 216, 282, 284-285, 292-296, 299. [Ringrazio S. Minuzzi per avermi fornito questi volumi]
Variant NamesDavide Abendana, David Avendana, David Bendana, Dionisio Mendes

Activity

Start (year)1636
End (year)1672
NoteFloruit
MARC Area Codee-ne
PlaceAmsterdam (Geonames Id: 2759794)
Profession / Type of InstitutionBusiness
Last Edit2021-09-04 09:09:13

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Abendana, David

Owner Id00023153
TypePerson
GenderMale
Biographical dates - Period of existence1636-1672
Other InformationFloruit. From Fabrizio Quaglia [May 2021] Nella diaspora sefardita che nel Cinque e nel Seicento attraversa l’Europa Centrale incontriamo diversi David Abendana. Un David Abendana visse ad Amsterdam nel periodo in cui possiamo situare la firma sulla Bibbia ebraica della John Rylands University Library (Brescia 1488), vale a dire colui che fu omaggiato alla c. [I]r della ‘Parte Primera’ del ‘De la Fragilidad humana’ dell’insigne connazionale Menasseh ben Israel (1604-1657), stampata nella capitale olandese nel 1642; vi si legge che fu deputato, insieme ai sei ricordati nella dedica, della locale nazione sefardita. Inoltre un David Bendana (variante di Abendana), italiano, fu sepolto a Padova nel 1703, cfr. DAVID MALKIEL, ‘Stones Speak - Hebrew Tombstones from Padua, 1529-1862’, Leiden, Brill, 2013, pp. 86-87, 103, 170 (illustrazione della sua lapide), 171, 213-214, 336. A Livorno troviamo un altro David Abendana, dedito alla mercatura negli anni Quaranta e forse figlio di un Abram (CRISTINA GALASSO, ‘Alle origini di una comunità. Ebree ed ebrei a Livorno nel Seicento’, Firenze, L.S. Olschki, 2002, pp. 59-63). Il contesto, ossia l’epoca a cui si può far risalire la calligrafia e la comparsa sul foglio di una nota, sebbene successiva, che ha un riferimento alla città di Reggio Emilia, fa però propendere, pur senza alcuna certezza assoluta, per un ennesimo omonimo lì vissuto per almeno un ventennio. Questo David Abendana (il cui cognome era talvolta scritto anche Avendana, Abedanana e Bendana) era un ricco commerciante, soprattutto in seta, giunto a Reggio nel mese di ‘Ṭevet’ dell’anno ebraico 5414 (quindi tra dicembre 1653 e gennaio 1654). Egli fu uno dei mercanti ebrei che accettarono l’invito decretato due anni prima da Francesco I d’Este (1610-1658) a stabilirvisi per risollevare l’economia del ducato in cambio di diverse agevolazioni. Dall’intrico di complicate e talvolta contrastanti genealogie si può dedurre che proveniva da Venezia e che era figlio del grosso mercante Yosef, rampollo di Iacob (m. 1600, cfr. ALDO LUZZATTO, ‘La comunità ebraica di Venezia e il suo antico cimitero’, I, Milano, Il polifilo, 2000, p. 273 nota 8; e ISABELLA PALUMBO FOSSATI, ‘Aspetti della società veneziana alla fine del Cinquecento attraverso gli atti del notaio Giovanni Andrea Catti, in Alberto Tenenti, ‘Scritti in memoria’; a cura di Pierroberto Scaramella, Napoli, Bibliopolis, 2005, p. 459 nota 25) ed Ester Abendana (anche Abendanan; 1552-1622; e A. LUZZATTO, p. 274), scappato dalla città lagunare nel 1637, dove si trovava dalla fine del Cinquecento, per debiti causati da insolvenze verso i banchieri portoghesi di Madrid da cui, tramite Alicante, importava lana (già si era occupato di far giungere cuoi dai Balcani, dove fu nel 1598); morì a a Firenze intorno al 1641. La madre di David si chiamava Sara Mendes (m. ca. 1600); Yosef si era risposato in seguito con Bianca Mocato (o Cabib, in tal caso sarebbe stata figlia dell’uomo d’affari Samuel Cabib, m. ca. 1636 a Venezia, ‘alias’ Simon Lopes Torre) da cui ebbe Samuel. A Venezia David Abendana aveva commerciato con il genitore e lì rimase per occuparsi degli affari paterni insieme al citato Samuel ossia Simon Mendes (David aveva anche un fratello maggiore di nome Iacob). Quando si spostò a Reggio mantenne rapporti con il resto della famiglia o almeno con la cognata come mostra il testamento dell’8-12-1665 di ‘Gratia’ figlia di Samuel di Manuel Mocato, cognato di Yosef Abendana, mercante all’occorrenza pure in diamanti (cfr. VIVIANA BONAZZOLI, ‘Adriatico e Mediterraneo orientale. Una dinastia mercantile ebraica del secondo ‘600: i Costantini’, Trieste, LINT, 1998, p. 58, e PIERO PAZZI, ‘L’oro di Venezia. Oreficerie, argenti e gioielli di Venezia e delle città venete da collezioni private, Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana, 29 giugno - 6 ottobre 1996’, Venezia, P. Pazzi, 1996, p. 68). Grazia era la vedova di Samuel di ‘Giosef’ Abendana, per l’appunto il suo terzo fratello, David era uno dei tre esecutori testamentari che dovevano occuparsi, finché non avessero compiuto i trent’anni, degli interessi dei figli di Grazia, ancora piccoli, grazie alla vendita dei beni di lei (Bianca Abendana avrebbe avuto parte della mobilia), cfr. CARLA A. BOCCATO, ‘Aspetti della condizione femminile nel Ghetto di Venezia (secolo XVIII): i testamenti’, ‘Iṭaliah’, X, 1993, pp. 118, 124. David era di origine portoghese, e come il padre e tanti altri ebrei sefarditi era stato costretto, in quanto sospetto marrano e quindi punibile di arresto ed espulsione, ad assumere identità d’apparenza cristiana, così sappiamo che al di fuori della capitale veneta si faceva chiamare Dionisio Mendes (il padre Luis Mendes assumeva l’eteronimo di Albano Rosa e forse di Iacob di Cuellar, mentre Samuel Mocato diventava Valerio Cipriani). Non molto dopo il 1636 David di Yosef Abendana convolò a nozze con Bianca figlia di David di Iacob Moreno ossia Luis Manriques de Pas (si è conservato il foglio del contratto dotale del 12 marzo di quell’anno). A Reggio proseguì la sua attività commerciale: nel 1659, in società con il rabbino Abram Cordiglia (Cordilla e anche Abraham Cordilha e Abraam Gordilla), originario di Salonicco ma pervenuto a Reggio nello stesso periodo di David, tentò, s’ignora con quale esito, d’importare pelli per lavorarle e poi esportarle come cuoi; nel 1651 ancora a Venezia David aveva cercato d’introdurre zucchero dal Brasile. Grazie a un registro di deliberazioni della Nazione ebraica portoghese, conservato nel locale Archivio di Stato, ‘O Livro das Hordems da Nação Portuguesa de Reggio Emilia’ redatto dal 1652 al 1672, conosciamo gli incarichi che vi ricoprì, comprendenti sia dinamiche interne (nomine e ripartizione delle tasse) sia rapporti con altre comunità. In particolare apprendiamo che ai primi del 1656 fu tra i firmatari della convenzione valida per due anni fra gli ebrei di Reggio e quelli, meno numerosi, di Modena affinché si unissero e sostenessero le spese per conservare i Privilegi accordati dal duca, e a marzo fu scelto fra i tre incaricati di costituire una confraternita che accudisse gli ammalati e seppellisse i morti; a settembre fu eletto per la prima di sei (le successive furono nel settembre del 1659, del 1665, del 1666, del 1670 e nell’agosto 1671) presidente (di tre) della Nazione degli ebrei portoghesi di Reggio (la carica era annuale). Nell’ottobre 1658 David Avendana dovette (coadiuvato da altri due membri) redigere il regolamento della confraternita del Talmud Torà, una scuola dove si studiava la Bibbia. Nel dicembre 1660 fu nominato tra coloro che dovevano recarsi a Modena per rinnovare le convenzioni con quella comunità. Nell’aprile 1667 egli insieme agli altri due ex presidenti propose di aderire agli accordi sulle tasse da pagare con gli ebrei italiani di Reggio; accettò di pagare 40 lire agli italiani all’anno. Nel novembre 1667 fu tra coloro che scelsero al posto del rabbino Jacob Abeatar (Abeattar) che svolgeva la funzione di ‘ḥazan’ (‘cantore’ di sinagoga) – arrivato nel marzo 1656 era intanto partito per Verona – il suo possibile congiunto Selomo (Selomoh) Abeatar (Abeattar) con uno stipendio annuale di 30 scudi (Selomo era residente dal novembre 1654). Risale al settembre 1672 l’ultima volta in cui apparve nel ‘Livro das Hordems’. Ulteriori tracce della permanenza reggiana di D. Abendana sono nell’Archivio segreto estense depositato nell’Archivio di Stato di Modena, <https://www.asmo.beniculturali.it/fileadmin/risorse/strumenti_di_corredo/ASE_Cancelleria_archivio_materie_ebrei.pdf>, in cui sono riposti quattro fascicoli intitolati a David(e) (di Joseph) Abendana (Avendana) fra Memoriali, Capitoli, Privilegi e Concessioni coevi agli anni qui discussi. La presenza nel manoscritto portoghese di uno Josef Abendana (Josep Bendana, Joseph Avendana, Jose Avendana), partecipante alle assemblee a partire dal settembre 1658, potrebbe far pensare che si tratti di un discendente diretto di David, secondo l’uso di imporre al figlio il nome del nonno scomparso; dal settembre 1670 talvolta vi leggiamo parimenti i nomi di Selomo Haj e Semuel Abendana. Dove non altrimenti indicato le notizie riportate sono state reperite in ARON DI LEONE LEONI, ‘La nazione ebraica spagnola e portoghese negli stati estensi per servire a una storia dell’ebraismo sefardita’, Rimini, Luisè, 1992, pp. 11, 45, 51, 180, 191, 245-246, 249-250, 253, 270-287, 302-321, 324-329, 332-333, 338-341, 380-405 (alle 253-407 sono pubblicate con traduzione italiana a fronte le 71 pagine del ‘Livro’); e FEDERICA RUSPIO, ‘La nazione portoghese. Ebrei ponentini e nuovi cristiani a Venezia’, Torino, S. Zamorani, 2007, pp. 126-130, 162-163, 181-183, 216, 282, 284-285, 292-296, 299. [Ringrazio S. Minuzzi per avermi fornito questi volumi]
Variant NamesDavide Abendana, David Avendana, David Bendana, Dionisio Mendes

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Start (year)1636
End (year)1672
NoteFloruit
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PlaceAmsterdam (Geonames Id: 2759794)
Profession / Type of InstitutionBusiness
Last Edit2021-09-04 09:09:13
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