Owners of Incunabula

owners/00021955 Scheiner, Christoph

Vincentius de Matelica

Besitzer Id00021955
EntitätstypPerson
GeschlechtMännlich
Biographische Angaben1549-1624
weitere InformationEnd period approximate.
From Fabrizio Quaglia [19 Sept. 2019]: “Vincenzo de Matelica” nacque intorno al 1549 a Matelica in provincia di Macerata, dove fu rabbino prima di apostatare (suo nipote David rimase invece ebreo) e prendere gli ordini sacri. La sua competenza in temi giudaici lo portò a diventare professore di ebraico. Si sa che era ancora vivente, ad Ancona, il 23 Agosto 1624, sebbene ormai malato e con problemi alla vista (cfr. Germano Maifreda, ‘Lo strano caso delle lapidi abrase nel cimitero ebraico del Cardeto: inquisitori, vescovi e neofiti ad Ancona nel primo Seicento’, p. 169, in ‘L’inquisizione romana e i suoi archivi. Atti del Convegno Roma, 15-17 maggio 2018’, a cura di Alejandro Cifres, Roma, Gangemi, 2019; Mauro Perani, ‘Gli epitaffi del cimitero ebraico di Ancona accusati di eresia nel 1625 dall’Inquisizione romana presieduta da Urbano VIII’, ‘Materia giudaica’, XXVII, 2022, pp. 285, 318). Ignoro la sua identità originaria. A lungo fu censore di libri ebraici, ciò è attestato da diverse sue sottoscrizioni a tali volumi in un periodo che copre più di trent’anni. Il suo incarico iniziò almeno dal 1590, come mostra la nota che l’inquisitore astigiano Giovanni Battista Porcelli appose subito dopo la sua alla c. [11]a di un manoscritto oggi alla Palatina di Parma (Cod. Parm. 2901), lì Vincenzo si dichiarava “vicarius” del S. Uffizio di Asti. Nel 1591 l’inquisitore di Vercelli Cipriano Uberti ordinò a frate Vincenzo (e al suo collega Paolo Visconte da Alessandria) d’espurgare i libri e i manoscritti posseduti da Aron e Lazzaro Vita Sacerdoti (la ‘Lista delli libri di messer Aron et Lazzar Vitta fratelli di Sacerdotti, hebrei habitanti in Vercelli’ è in ‘The Jews in Piedmont’, I, edited with Introduction and Notes by Renata Segre, Jerusalem, The Israel Academy of Sciences and Humanities, 1986, documento 1494). “Vincentius” fu nuovamente a Vercelli nel 1601: nel sito Footprints (http://footprints.ccnmtl.columbia.edu/footprint/5718/) è possibile leggere la sua nota espurgatoria su un cinquecentesco supercommentario rabbinico al classico commento alla Torah di Raši. Nello stesso anno fu forse anche a Pavia: si vedano nel website ‘Libri Ebraici a Corte le schede relative a tre cinquecentine della Biblioteca Nazionale ed Universitaria di Torino’ (la loro collocazione è Hebr.I.42, Hebr.I.45 e Hebr.IV.62) e nel catalogo online ORBIS della Yale University quelle riguardanti due testi di Yiśra’el Isserlein sempre stampati nel XVI secolo (Beinecke Library: Mce28 Is72 545 e Mck22 +489ac). Nei mesi di ottobre e novembre del 1622 frate Vincenzo fu “revisor” ad Ancona: lo provano a Roma, ad esempio, la c. 332b del ms. 2829 della Biblioteca Casanatense (digitalizzato dal sito internet specializzato Ktiv, http://web.nli.org.il/sites/nli/english/digitallibrary/pages/viewer.aspx?presentorid=MANUSCRIPTS&docid=PNX_MANUSCRIPTS000061357-1#|FL60173586; al proposito aggiungo che circa 25 manoscritti “rivisti” dal convertito di Matelica sono nel Ktiv) e le sue note censorie a tre cinquecentine conservate nella Biblioteca Angelica (cfr. Angelo Piattelli, ‘Le edizioni ebraiche del XVI secolo della Biblioteca Angelica’, ‘Accademie e Biblioteche d’Italia’, LIX, 1991, 1, nn. 20, 27, 35. In questo scorcio del 1622 il lavoro di fra Vincenzo da Matelica forse non soddisfece appieno l’Inquisizione giacché testi già da lui esaminati sei anni dopo furono un’altra volta espurgati ad Ancona da un nuovo censore: Francesco Antonio de Medicis. Nel capoluogo marchigiano, in data ignota, egli agì almeno in un caso insieme a un altro religioso oltre ad Angelo Maria di Monte Bodio <https://data.cerl.org/owners/00027682>. Questo rivela la nota censoria “Revisus, et ubi necesse erat, fuit corectus. a me fr[atr]e Michaele Ang.[eli]no [?] de Ancona / loco notarij assumpto presente R.[everendo] P.[at]re fr[atr]e Vicentio de Mattellica pred[icator]e” scritta sul margine inferiore della c. 206v del secondo volume intitolato ‘Neviim Rišonim’ dello ‘Ša‘ar Yahweh ha-ḥodeš’ (‘La nuova porta [della casa] del Signore’), Venezia, D. Bombergi, 285 [1524], che fa parte della cosiddetta seconda Bibbia rabbinica. Il tomo si trova presso la National Library of Israel (collocazione X2° R 35V 3092), digitalizzato in <https://www.nli.org.il/en/books/NNL_ALEPH001268184/NLI>.

Aktivität

Beginn (Jahr)1549
Ende (Jahr)1624
AnmerkungEnd period approximate.
MARC Area Codee-it
Beruf / Art der InstitutionZensor
CharakterisierungReligiös
Letzte Änderung2023-10-30 08:59:29

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Vincentius de Matelica

Besitzer Id00021955
EntitätstypPerson
GeschlechtMännlich
Biographische Angaben1549-1624
weitere InformationEnd period approximate.
From Fabrizio Quaglia [19 Sept. 2019]: “Vincenzo de Matelica” nacque intorno al 1549 a Matelica in provincia di Macerata, dove fu rabbino prima di apostatare (suo nipote David rimase invece ebreo) e prendere gli ordini sacri. La sua competenza in temi giudaici lo portò a diventare professore di ebraico. Si sa che era ancora vivente, ad Ancona, il 23 Agosto 1624, sebbene ormai malato e con problemi alla vista (cfr. Germano Maifreda, ‘Lo strano caso delle lapidi abrase nel cimitero ebraico del Cardeto: inquisitori, vescovi e neofiti ad Ancona nel primo Seicento’, p. 169, in ‘L’inquisizione romana e i suoi archivi. Atti del Convegno Roma, 15-17 maggio 2018’, a cura di Alejandro Cifres, Roma, Gangemi, 2019; Mauro Perani, ‘Gli epitaffi del cimitero ebraico di Ancona accusati di eresia nel 1625 dall’Inquisizione romana presieduta da Urbano VIII’, ‘Materia giudaica’, XXVII, 2022, pp. 285, 318). Ignoro la sua identità originaria. A lungo fu censore di libri ebraici, ciò è attestato da diverse sue sottoscrizioni a tali volumi in un periodo che copre più di trent’anni. Il suo incarico iniziò almeno dal 1590, come mostra la nota che l’inquisitore astigiano Giovanni Battista Porcelli appose subito dopo la sua alla c. [11]a di un manoscritto oggi alla Palatina di Parma (Cod. Parm. 2901), lì Vincenzo si dichiarava “vicarius” del S. Uffizio di Asti. Nel 1591 l’inquisitore di Vercelli Cipriano Uberti ordinò a frate Vincenzo (e al suo collega Paolo Visconte da Alessandria) d’espurgare i libri e i manoscritti posseduti da Aron e Lazzaro Vita Sacerdoti (la ‘Lista delli libri di messer Aron et Lazzar Vitta fratelli di Sacerdotti, hebrei habitanti in Vercelli’ è in ‘The Jews in Piedmont’, I, edited with Introduction and Notes by Renata Segre, Jerusalem, The Israel Academy of Sciences and Humanities, 1986, documento 1494). “Vincentius” fu nuovamente a Vercelli nel 1601: nel sito Footprints (http://footprints.ccnmtl.columbia.edu/footprint/5718/) è possibile leggere la sua nota espurgatoria su un cinquecentesco supercommentario rabbinico al classico commento alla Torah di Raši. Nello stesso anno fu forse anche a Pavia: si vedano nel website ‘Libri Ebraici a Corte le schede relative a tre cinquecentine della Biblioteca Nazionale ed Universitaria di Torino’ (la loro collocazione è Hebr.I.42, Hebr.I.45 e Hebr.IV.62) e nel catalogo online ORBIS della Yale University quelle riguardanti due testi di Yiśra’el Isserlein sempre stampati nel XVI secolo (Beinecke Library: Mce28 Is72 545 e Mck22 +489ac). Nei mesi di ottobre e novembre del 1622 frate Vincenzo fu “revisor” ad Ancona: lo provano a Roma, ad esempio, la c. 332b del ms. 2829 della Biblioteca Casanatense (digitalizzato dal sito internet specializzato Ktiv, http://web.nli.org.il/sites/nli/english/digitallibrary/pages/viewer.aspx?presentorid=MANUSCRIPTS&docid=PNX_MANUSCRIPTS000061357-1#|FL60173586; al proposito aggiungo che circa 25 manoscritti “rivisti” dal convertito di Matelica sono nel Ktiv) e le sue note censorie a tre cinquecentine conservate nella Biblioteca Angelica (cfr. Angelo Piattelli, ‘Le edizioni ebraiche del XVI secolo della Biblioteca Angelica’, ‘Accademie e Biblioteche d’Italia’, LIX, 1991, 1, nn. 20, 27, 35. In questo scorcio del 1622 il lavoro di fra Vincenzo da Matelica forse non soddisfece appieno l’Inquisizione giacché testi già da lui esaminati sei anni dopo furono un’altra volta espurgati ad Ancona da un nuovo censore: Francesco Antonio de Medicis. Nel capoluogo marchigiano, in data ignota, egli agì almeno in un caso insieme a un altro religioso oltre ad Angelo Maria di Monte Bodio <https://data.cerl.org/owners/00027682>. Questo rivela la nota censoria “Revisus, et ubi necesse erat, fuit corectus. a me fr[atr]e Michaele Ang.[eli]no [?] de Ancona / loco notarij assumpto presente R.[everendo] P.[at]re fr[atr]e Vicentio de Mattellica pred[icator]e” scritta sul margine inferiore della c. 206v del secondo volume intitolato ‘Neviim Rišonim’ dello ‘Ša‘ar Yahweh ha-ḥodeš’ (‘La nuova porta [della casa] del Signore’), Venezia, D. Bombergi, 285 [1524], che fa parte della cosiddetta seconda Bibbia rabbinica. Il tomo si trova presso la National Library of Israel (collocazione X2° R 35V 3092), digitalizzato in <https://www.nli.org.il/en/books/NNL_ALEPH001268184/NLI>.

Aktivität

Beginn (Jahr)1549
Ende (Jahr)1624
AnmerkungEnd period approximate.
MARC Area Codee-it
Beruf / Art der InstitutionZensor
CharakterisierungReligiös
Letzte Änderung2023-10-30 08:59:29
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