Carretto, Giovanni Dominico
Owner Id00015671
TypePerson
GenderMale
Biographical dates - Period of existence1607-1629
Other InformationFloruit. Censor of Hebrew books at Mantua and Venice (BMC XIII, p. XXIII).
From Fabrizio Quaglia [Mar. 2020]: Secondo WILLIAM POPPER, The Censorship of Hebrew Books, New York, The Knickerbocker Press, 1899, p. 101, l’iperattivo ebreo convertito alla cristianità Giovanni Dominico Carretto fu forse censore a Venezia negli anni 1607-1608 e, in risposta a una petizione degli ebrei locali, a Mantova nel 1616 o 1617. Certamente da una lettera italiana del 19-5-1618 (leggibile qui <http://digiebraico.bibliotecateresiana.it/risorsa_filze.php?id=356&title=&date=1618&date1=&shelfmark=&generico=¬e=&filza=FIL015&cartella=CAR005&pag=&ord=>) ricaviamo che “Caretti”, così il suo cognome sul foglio, ebbe incarico annuale dall’Inquisitore-Generale fra Girolamo de Medici da Camerino di correggere i libri degli ebrei nei territori dei Gonzaga (che comprendevano Casale Monferrato); sarebbe stato ancora Mantova nel biennio 1619-20. La sua calligrafia particolarmente nervosa rende incerta l’interpretazione di alcune firme relativamente al modo di scrivere il numero 1 e il numero 2 che possono di conseguenza sembrare datate 1618 quanto 1628, e lo stesso 8 è scritto, per fare un paio di esempi, in un modo particolare sui tre volumi (1573-1576) di una veneziana Mišnah Torah (“Ripetizione della Legge”) di Maimonide oggi alla Columbia (<https://footprints.ctl.columbia.edu/footprint/6029></https:>) come lo è in O 1.15 Art. Seld. (1); invece in una cinquecentesca edizione tedesca degli Arbaʻah ṭurim (“I quattro ordini”) di Yaʻaqov b. Ašer, che è alla Yeshiva University Library di New York (<https://footprints.ctl.columbia.edu/footprint/12503></https:>) è palesemente un 8. Due studiosi trattando uno stesso manoscritto hanno letto la data nella firma di Carretto uno 1618 e l’altro 1628 (cfr. la nota 46 di DIANE WOLFTHAL, Picturing Yiddish. Gender, Identity, and Memory in the Illustrated Yiddish Books of Renaissance Italy, Leiden; Boston, Brill, 2004, p. 12). Pure concordare su 1619 invece che su 1629 non è semplice: si veda l’incunabolo dei responsi di Šelomoh ibn Aderet alla Public Library di New York (<https://footprints.ctl.columbia.edu/footprint/10655></https:>), che a me pare censurato nel 1619, a confronto con il cosmologico Sefer ha-maśkil (“Il libro del sapiente”) del francese Šelomoh Śimḥah b. Eli‘ezer del 1540 in copia unica a Mosca, Biblioteca di Stato Russa, ms. Guenzburg 508, c. 101b (<https://web.nli.org.il/sites/NLI/English/digitallibrary/pages/viewer.aspx?presentorid=MANUSCRIPTS&docid=PNX_MANUSCRIPTS000087539-1#|FL81539093>), in cui l’iscrizione di Carretto è stata datata al 1629 (cfr. ELODIE ATTIA, Les manuscrits de Raphaël de Prato: une bibliothèque privée juive italienne du XVIe siècle, Torino, Aragno; Berlin, IFJ, 2012, pp. 281, 285). La differenza è sottile. In sintesi questo revisore fu attivo almeno dal 1607 al 1629; a parere di GIULIANO TAMANI, Catalogo dei manoscritti filosofici, giuridici e scientifici nella biblioteca della Comunità ebraica di Mantova, Fiesole, Edizioni Cadmo, 2003, p. 78, “lavorò” soprattutto a Mantova dal 1616 al 1629. A beneficio d’inventario segnalo che, oltre ai tanti già descritti nel MEI, almeno due incunaboli ebraici sono depositati nella Biblioteca Reale di Danimarca secondo il suo catalogo online (<https://soeg.kb.dk/discovery/search?vid=45KBDK_KGL:KGL&lang=en>). Si tratta dei linguistici Sefer ha-Šorašim (“Il libro delle Radici”) di Dawid b. Yosef Qimḥi (1160-1235) (Napoli, 1491; collocazione Inc. Haun. 4310), censurato da Carretto nel 1607, e del Maqre dardeqe (“L’insegnante elementare”) del medievale rabbino francese di Pesaro Pereṣ Ṭraboṭ (Napoli, 1488; Inc. Haun. 4324), su cui Carretto lasciò traccia nel 1618.
Activity
Start (year)1607
End (year)1629
NoteFloruit
MARC Area Codee-it
Note on the geographic regionActive in Venice and Mantua
Profession / Type of InstitutionCensor
CharacterisationNo characterisation/lay
Last Edit2020-06-19 08:42:25