Owners of Incunabula

owners/00015670 00015670

Dominico Irosolimitano

Besitzer Id00015670
EntitätstypPerson
GeschlechtMännlich
Biographische Angaben1555-1621
weitere InformationApproximate date of birth. Born in Jerusalem, he was given a Talmudic and kabbalistic education at Safed, and studied mathematics and medicine. He was a rabbi before practising medicine at Cairo and becoming physician to the sultan. In 1593 he converted to Christianity and served the Inquisition as censor of Hebrew books, first at Mantua, then at Monferrato, Milan and Rome. He became a member of the College of Neophytes in Rome, where he also taught Hebrew. He was involved in the writing of the Index Expurgatorius, wrote also a translation of the New Testament and the Apocrypha into Hebrew and anti-Jewish, pro Christians sermons in Italian (BMC XIII, p. XXIII).
The record was created by A. Panzanelli. Further information was provided by Michelle Chesner based on William Popper's 'Censorship of Hebrew Books' (New York, 1899).
From Fabrizio Quaglia [Mar. 2020]: Nato a Gerusalemme come Šemu’el Vivas, dopo aver compiuto studi rabbinici in Palestina a Safed, essere diventato un rabbino e un famoso medico, il 6-8-1593 all’età di 38 anni ricevette solennemente il battesimo a Venezia presso la chiesa dei Domenicani, dal patriarca di Venezia Lorenzo Friuli, illustri padrini gli furono l’arcivescovo di Spalato e Alvise Bollani vescovo di Milopotamo. Gli fu imposto il nome di Domenico, presumibilmente in onore del santo patrono dell’ordine domenicano, Domenico de Guzmàn (1170-1221), nato in quel giorno. Dall’atto di battesimo reperito nell’Archivio dei Catecumeni di Venezia si può ritenere il 1555 come l’anno di nascita più plausibile. Il giorno dopo già collaborava con il neofito Eusebio Renato o Renati (l’ex ebreo Bonaventura), che fu rettore della Casa dei Catecumeni a Venezia tra il 1580 e il 1590, nella «revision delli libri hebrei», ossia al controllo e alla censura dei testi ebraici prima e dopo la loro stampa. L’azione di Domenico rientrava nella prassi del controllo preventivo dei testi ebraici – eccetto il Talmud e i suoi commenti che restavano proibiti – da parte di due ebraisti, prassi che a Venezia era stata stabilita dagli Esecutori contro la bestemmia già nel 1559. Prima del suo trasferimento in Lombardia, dove lo troviamo nel 1595, Domenico fu incaricato di spiare all’interno della comunità ebraica in cerca di marrani tornati al giudaismo, dopo che lui stesso quand’era a Istanbul, dove era tenuto in grande considerazione dai suoi correligionari per sapienza e probità di vita, si era attivato nel riportare gli anusim (i convertiti a forza) alla religione ebraica. Nell’Autunno 1595 fu nominata dalle autorità ecclesiastiche mantovane una commissione composta da “Lorenzo Franguello”, “Domenico da Gerusalemme” e “Alessandro Scipione”, allo scopo di compilare una lista degli libri posseduti da ebrei che sarebbe poi servita a espurgarli, cosa avvenuta solamente due anni dopo (è disponibile in digitale all'indirizzo "<http://digiebraico.bibliotecateresiana.it/sfoglia.php?tipo=filza&op=esplora_ric&gruppo=FIL005&sottogruppo=CAR001&offset=0>, che è la Filza 5, cartella 1 della Sezione Antica dell’Archivio Storico della Comunità Ebraica di Mantova). Dal 1599 e almeno fino al 1605 fu nuovamente attivo a Mantova; in particolare del maggio di quest’ultimo anno si è conservato presso l’Archivio Storico della Comunità ebraica mantovana una serie di 430 elenchi in italiano con titoli in ebraico di libri e manoscritti, che furono consegnati al Gerosolimitano affichè li controllasse (queste Liste di libri ebraici posseduti da comunità o privati sono integralmente leggibili in "<http://digiebraico.bibliotecateresiana.it/sfoglia.php?tipo=filza&op=esplora_ric&gruppo=FIL009&sottogruppo=CAR002&offset=0>, Filza 9, cartella 2). Secondo SHLOMO SIMONSOHN, History of the Jews in the Duchy of Mantua, Jerusalem, Kiryath Sepher, 1977, p. 691, egli espurgò a Mantova tra il 1595 e il 1605 oltre 20.000 testi stampati e migliaia di manoscritti. Gerosolimitano non sempre seguì le istruzioni che lui stesso aveva formulato e spesso non cancellò nei testi a lui sottoposti passaggi segnati negativamente nel suo manoscritto Sefer ha-Ziquq un “Index Expurgatorius“, che realizzò come guida alla censura ebraica. Approfondimenti utili in PIER CESARE IOLY ZORATTINI, Domenico Gerosolimitano a Venezia, “Sefarad”, LVIII, 1998, 1, pp. 107-115; GILA PREBOR, Domenico Yerushalmi: his life, writings and work as a Censor, “Materia Giudaica”, XV-XVI, 2010-2011, pp. 467, 477-480; AMNON RAZ-KRAKOTZKIN, The Censor, the Editor, and the Text, Philadelphia, University of Pennsylvania Press, 2007, pp. 88-89, 120-174 (sul Sefer ha-Ziquq).
Nel 1621 scrisse o sarebbe meglio dire dettò, data la sua scarsa familiarità con i caratteri latini (come mostra la pessima grafia del suo nome nelle note censorie), una relazione sui santuari di S. Giorgio in Levante che aveva visitato da giovane, il cui manoscritto è oggi irreperibile, al tempo in cui a partire del 1575 fu per anni medico del sultano Murad III (1546-1595). Terminata la sua permanenza alla Sublime Porta, dopo essere giunto nel 1592 in Italia (forse direttamente a Venezia), nel 1606, trascorso il periodo mantovano, fu a Milano dove lavorò un paio d’anni per il cardinale Federico Borromeo (1564-1631). Nel 1607, per reperire, acquistare e trasportare codici greci in nome del cardinale al fine di custodirli nella Biblioteca Ambrosiana, si recò qualche settimana a Corfù. A inizio 1608 diede un resoconto di questo incarico nella sua manoscritta ‘Notta di tutte le cose fatte da me in tre viaggi’, insieme a quelli svolti a Mantova e Venezia e poi a Mantova, Ferrara e Bologna sempre allo stesso scopo. Dal giugno 1610 (ma forse già nel 1609) alla morte si trasferì a Roma per insegnare nel Collegio dei Neofiti e censurare testi ebraici. Nel 1611 dettò la ‘Relatione della Gran Città di Constantinopoli’. Queste notizie sono dettagliate in LUCIA ROSTAGNO, ‘Note su Domenico Gerosolimitano. A proposito del recente saggio di M. Austin. Parte I, ‘Rivista degli studi orientali’, LXXVI, 2002, 1-4, pp. 231-262 (in particolare le pp. 236, 238, 241, 243, 247, 249, 252 e 254); nella ‘Parte II, ‘Rivista degli studi orientali’, LXXVII, 2003, 1-4, pp. 231-275, spiega e stampa da un manoscritto della British Library la ‘Relatione’. I frontespizi di due cinquecentine ebraiche conservate nella Biblioteca Nazionale di Torino (i volumi Hebr.I.43 e Hebr.I.46), corrispondenti a due sezioni della raccolta medievale di leggi ebraiche ‘Arba‘ah ṭurim’ (‘I quattro ordini’) di R. Ya‘aqov b. Ašer, riportano la medesima iscrizione ‘Frater Domenicus Hierosolimitanus retrastavi [?] Sancti Offici Alexandrini demandato’ (cfr. il sito internet Libri ebraici a Corte <https://archiviodistatotorino.beniculturali.it/fe_fonti></https:>). Ciò significa che egli è intervenuto anche per conto dell’Inquisizione di Alessandria; la mancanza di una data impedisce però di determinare quando. La scomparsa dopo l’Autunno del 1802 dell’archivio del locale Santo Uffizio che era collocato nell’ex convento dei Domenicani di San Marco (insieme alla chiesa riempiva quasi interamente l’isolato sito fra le attuali via Cremona, via Parma e piazza Vittorio Veneto) non consente di conoscere alcun dettaglio sull’incarico alessandrino del Gerosolomitano; le poche carte inquisitoriali reperibili altrove non riguardano comunque ebrei (cfr. FRANCESCO GASPAROLO, FRANCESCO GUASCO DI BISIO, CARLO PARNISETTI, ‘Raccolta di iscrizioni alessandrine’, Alessandria, Società di Storia, Arte e Archeologia per La Provincia di Alessandria, 1935, p. 139; e il lemma ‘Alessandria’ a cura di Gian Maria Panizza nel ‘Dizionario Storico dell’Inquisizione’; diretto da Adriano Prosperi con la collaborazione di Vincenzo Lavenia e John Tedeschi, I, Pisa, Edizioni della Normale, pp. 35-36).
Andere NamensformenDomenico Hierosolymitano
Domenico Gerosolimitano
Weitere Identifier http://thesaurus.cerl.org/record/cnp00106506
//viaf.org/viaf/11810679

Aktivität

Beginn (Jahr)1592
Ende (Jahr)1594
MARC Area Codee-it
OrtVenice (Geonames Id: 3164603)
Beruf / Art der InstitutionLehrer
CharakterisierungUnbekannt

Aktivität

Beginn (Jahr)1595
Ende (Jahr)1597
areaCodee-it
placeMantua (Geonames Id: 3174051)
professionsct
characterisationunk

Aktivität

Beginn (Jahr)1598
AnmerkungWhen he moved away from Ferrara is unknown.
MARC Area Codee-it
OrtFerrara (Geonames Id: 3177090)
Beruf / Art der InstitutionLehrer
CharakterisierungUnbekannt

Aktivität

Beginn (Jahr)1600
MARC Area Codee-it
OrtNaples (Geonames Id: 3172394)
Beruf / Art der InstitutionLehrer
CharakterisierungUnbekannt

Aktivität

Beginn (Jahr)1609
Ende (Jahr)1621
MARC Area Codee-it
OrtRoma (Geonames Id: 3169070)
Beruf / Art der InstitutionLehrer
CharakterisierungUnbekannt
Letzte Änderung2022-02-08 11:06:22

Alle Exemplare

Dominico Irosolimitano

Besitzer Id00015670
EntitätstypPerson
GeschlechtMännlich
Biographische Angaben1555-1621
weitere InformationApproximate date of birth. Born in Jerusalem, he was given a Talmudic and kabbalistic education at Safed, and studied mathematics and medicine. He was a rabbi before practising medicine at Cairo and becoming physician to the sultan. In 1593 he converted to Christianity and served the Inquisition as censor of Hebrew books, first at Mantua, then at Monferrato, Milan and Rome. He became a member of the College of Neophytes in Rome, where he also taught Hebrew. He was involved in the writing of the Index Expurgatorius, wrote also a translation of the New Testament and the Apocrypha into Hebrew and anti-Jewish, pro Christians sermons in Italian (BMC XIII, p. XXIII).
The record was created by A. Panzanelli. Further information was provided by Michelle Chesner based on William Popper's 'Censorship of Hebrew Books' (New York, 1899).
From Fabrizio Quaglia [Mar. 2020]: Nato a Gerusalemme come Šemu’el Vivas, dopo aver compiuto studi rabbinici in Palestina a Safed, essere diventato un rabbino e un famoso medico, il 6-8-1593 all’età di 38 anni ricevette solennemente il battesimo a Venezia presso la chiesa dei Domenicani, dal patriarca di Venezia Lorenzo Friuli, illustri padrini gli furono l’arcivescovo di Spalato e Alvise Bollani vescovo di Milopotamo. Gli fu imposto il nome di Domenico, presumibilmente in onore del santo patrono dell’ordine domenicano, Domenico de Guzmàn (1170-1221), nato in quel giorno. Dall’atto di battesimo reperito nell’Archivio dei Catecumeni di Venezia si può ritenere il 1555 come l’anno di nascita più plausibile. Il giorno dopo già collaborava con il neofito Eusebio Renato o Renati (l’ex ebreo Bonaventura), che fu rettore della Casa dei Catecumeni a Venezia tra il 1580 e il 1590, nella «revision delli libri hebrei», ossia al controllo e alla censura dei testi ebraici prima e dopo la loro stampa. L’azione di Domenico rientrava nella prassi del controllo preventivo dei testi ebraici – eccetto il Talmud e i suoi commenti che restavano proibiti – da parte di due ebraisti, prassi che a Venezia era stata stabilita dagli Esecutori contro la bestemmia già nel 1559. Prima del suo trasferimento in Lombardia, dove lo troviamo nel 1595, Domenico fu incaricato di spiare all’interno della comunità ebraica in cerca di marrani tornati al giudaismo, dopo che lui stesso quand’era a Istanbul, dove era tenuto in grande considerazione dai suoi correligionari per sapienza e probità di vita, si era attivato nel riportare gli anusim (i convertiti a forza) alla religione ebraica. Nell’Autunno 1595 fu nominata dalle autorità ecclesiastiche mantovane una commissione composta da “Lorenzo Franguello”, “Domenico da Gerusalemme” e “Alessandro Scipione”, allo scopo di compilare una lista degli libri posseduti da ebrei che sarebbe poi servita a espurgarli, cosa avvenuta solamente due anni dopo (è disponibile in digitale all'indirizzo "<http://digiebraico.bibliotecateresiana.it/sfoglia.php?tipo=filza&op=esplora_ric&gruppo=FIL005&sottogruppo=CAR001&offset=0>, che è la Filza 5, cartella 1 della Sezione Antica dell’Archivio Storico della Comunità Ebraica di Mantova). Dal 1599 e almeno fino al 1605 fu nuovamente attivo a Mantova; in particolare del maggio di quest’ultimo anno si è conservato presso l’Archivio Storico della Comunità ebraica mantovana una serie di 430 elenchi in italiano con titoli in ebraico di libri e manoscritti, che furono consegnati al Gerosolimitano affichè li controllasse (queste Liste di libri ebraici posseduti da comunità o privati sono integralmente leggibili in "<http://digiebraico.bibliotecateresiana.it/sfoglia.php?tipo=filza&op=esplora_ric&gruppo=FIL009&sottogruppo=CAR002&offset=0>, Filza 9, cartella 2). Secondo SHLOMO SIMONSOHN, History of the Jews in the Duchy of Mantua, Jerusalem, Kiryath Sepher, 1977, p. 691, egli espurgò a Mantova tra il 1595 e il 1605 oltre 20.000 testi stampati e migliaia di manoscritti. Gerosolimitano non sempre seguì le istruzioni che lui stesso aveva formulato e spesso non cancellò nei testi a lui sottoposti passaggi segnati negativamente nel suo manoscritto Sefer ha-Ziquq un “Index Expurgatorius“, che realizzò come guida alla censura ebraica. Approfondimenti utili in PIER CESARE IOLY ZORATTINI, Domenico Gerosolimitano a Venezia, “Sefarad”, LVIII, 1998, 1, pp. 107-115; GILA PREBOR, Domenico Yerushalmi: his life, writings and work as a Censor, “Materia Giudaica”, XV-XVI, 2010-2011, pp. 467, 477-480; AMNON RAZ-KRAKOTZKIN, The Censor, the Editor, and the Text, Philadelphia, University of Pennsylvania Press, 2007, pp. 88-89, 120-174 (sul Sefer ha-Ziquq).
Nel 1621 scrisse o sarebbe meglio dire dettò, data la sua scarsa familiarità con i caratteri latini (come mostra la pessima grafia del suo nome nelle note censorie), una relazione sui santuari di S. Giorgio in Levante che aveva visitato da giovane, il cui manoscritto è oggi irreperibile, al tempo in cui a partire del 1575 fu per anni medico del sultano Murad III (1546-1595). Terminata la sua permanenza alla Sublime Porta, dopo essere giunto nel 1592 in Italia (forse direttamente a Venezia), nel 1606, trascorso il periodo mantovano, fu a Milano dove lavorò un paio d’anni per il cardinale Federico Borromeo (1564-1631). Nel 1607, per reperire, acquistare e trasportare codici greci in nome del cardinale al fine di custodirli nella Biblioteca Ambrosiana, si recò qualche settimana a Corfù. A inizio 1608 diede un resoconto di questo incarico nella sua manoscritta ‘Notta di tutte le cose fatte da me in tre viaggi’, insieme a quelli svolti a Mantova e Venezia e poi a Mantova, Ferrara e Bologna sempre allo stesso scopo. Dal giugno 1610 (ma forse già nel 1609) alla morte si trasferì a Roma per insegnare nel Collegio dei Neofiti e censurare testi ebraici. Nel 1611 dettò la ‘Relatione della Gran Città di Constantinopoli’. Queste notizie sono dettagliate in LUCIA ROSTAGNO, ‘Note su Domenico Gerosolimitano. A proposito del recente saggio di M. Austin. Parte I, ‘Rivista degli studi orientali’, LXXVI, 2002, 1-4, pp. 231-262 (in particolare le pp. 236, 238, 241, 243, 247, 249, 252 e 254); nella ‘Parte II, ‘Rivista degli studi orientali’, LXXVII, 2003, 1-4, pp. 231-275, spiega e stampa da un manoscritto della British Library la ‘Relatione’. I frontespizi di due cinquecentine ebraiche conservate nella Biblioteca Nazionale di Torino (i volumi Hebr.I.43 e Hebr.I.46), corrispondenti a due sezioni della raccolta medievale di leggi ebraiche ‘Arba‘ah ṭurim’ (‘I quattro ordini’) di R. Ya‘aqov b. Ašer, riportano la medesima iscrizione ‘Frater Domenicus Hierosolimitanus retrastavi [?] Sancti Offici Alexandrini demandato’ (cfr. il sito internet Libri ebraici a Corte <https://archiviodistatotorino.beniculturali.it/fe_fonti></https:>). Ciò significa che egli è intervenuto anche per conto dell’Inquisizione di Alessandria; la mancanza di una data impedisce però di determinare quando. La scomparsa dopo l’Autunno del 1802 dell’archivio del locale Santo Uffizio che era collocato nell’ex convento dei Domenicani di San Marco (insieme alla chiesa riempiva quasi interamente l’isolato sito fra le attuali via Cremona, via Parma e piazza Vittorio Veneto) non consente di conoscere alcun dettaglio sull’incarico alessandrino del Gerosolomitano; le poche carte inquisitoriali reperibili altrove non riguardano comunque ebrei (cfr. FRANCESCO GASPAROLO, FRANCESCO GUASCO DI BISIO, CARLO PARNISETTI, ‘Raccolta di iscrizioni alessandrine’, Alessandria, Società di Storia, Arte e Archeologia per La Provincia di Alessandria, 1935, p. 139; e il lemma ‘Alessandria’ a cura di Gian Maria Panizza nel ‘Dizionario Storico dell’Inquisizione’; diretto da Adriano Prosperi con la collaborazione di Vincenzo Lavenia e John Tedeschi, I, Pisa, Edizioni della Normale, pp. 35-36).
Andere NamensformenDomenico Hierosolymitano
Domenico Gerosolimitano
Weitere Identifier http://thesaurus.cerl.org/record/cnp00106506
//viaf.org/viaf/11810679

Aktivität

Beginn (Jahr)1592
Ende (Jahr)1594
MARC Area Codee-it
OrtVenice (Geonames Id: 3164603)
Beruf / Art der InstitutionLehrer
CharakterisierungUnbekannt

Aktivität

Beginn (Jahr)1595
Ende (Jahr)1597
MARC Area Codee-it
OrtMantua (Geonames Id: 3174051)
Beruf / Art der InstitutionLehrer
CharakterisierungUnbekannt

Aktivität

Beginn (Jahr)1598
AnmerkungWhen he moved away from Ferrara is unknown.
MARC Area Codee-it
OrtFerrara (Geonames Id: 3177090)
Beruf / Art der InstitutionLehrer
CharakterisierungUnbekannt

Aktivität

Beginn (Jahr)1600
MARC Area Codee-it
OrtNaples (Geonames Id: 3172394)
Beruf / Art der InstitutionLehrer
CharakterisierungUnbekannt

Aktivität

Beginn (Jahr)1609
Ende (Jahr)1621
MARC Area Codee-it
OrtRoma (Geonames Id: 3169070)
Beruf / Art der InstitutionLehrer
CharakterisierungUnbekannt
Letzte Änderung2022-02-08 11:06:22
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